Falso manifesto ad opera della propaganda Titina

Dopo una accurata ricerca condotta nel corso del 2020, da parte dell’Unione degli Istriani, si è dimostrata la sua artata realizzazione per essere inserito nella corposa documentazione predisposta accuratamente da parte jugoslava per la conferenza della pace di Parigi, ed ancora prima consegnata alla Commissione interalleata venuta a Pisino nel 1946, allo scopo di rafforzare le tesi annessionistiche slave che avevano bisogno di demonizzare l’Italia.Non esiste alcun originale di questo ciclostilato, in nessuno degli archivi storici in Italia, Slovenia, Croazia e Serbia, e nonostante questo il falso venne per decenni spacciato per vero, anche sulle pubblicazioni italiane.Come confermato dal professor Raoul Pupo, la prima e unica riproduzione che si ritrova è a pag. 152 di una pubblicazione anonima di materiali di propaganda stampata a Belgrado nel 1952, “Istra i slovensko primorje” il titolo, che sappiamo – perché dichiarato dallo stesso mons. Božo Milanović – contiene documentazione di carattere prettamente propagandistico, senza alcun valore scientifico.Sempre lo stesso Pupo ha fatto sapere che il manifesto venne consegnato dal comunista Erminio Vivoda, alla fine della Seconda guerra mondiale, a Ivan Motika, il famigerato “Boia di Pisino”, pubblico accusatore e giudice infoibatore, e utilizzato, come già precisato, come fonte di propaganda per la commissione interalleata venuta in Istria nel 1946 per verificare la composizione etnica della regione contesa. Importante è stato il ritrovamento negli archivi della testimonianza, contenuta in un diario di memorie, di un italiano di Rovigno, Stefano Rocco, detto ‘Steo’, classe 1928, esule in Australia dove concluse i suoi giorni terreni nel 2008. Un personaggio molto noto tra i suoi concittadini. Si tratta di un corposo plico di studi storici e testimonianze personali del Rocco, che in buona parte erano stati pubblicati negli anni novanta sulla nostra rivista ‘La Voce della Famìa Ruvignisa‘; ma nel fascicolo ci sono alcuni passi inediti, tra cui quello che riguarda tale questione.Alla fine della guerra, allora 17enne, Rocco viene arrestato dagli jugoslavi, in quanto amico intimo di alcuni ragazzi accusati di propaganda filoitaliana. Noto per sue attività teatrali, viene invitato dalle istituzioni comuniste a organizzare una rappresentazione; un po’ per paura e un po’ per poter applicare la sua passione per il teatro, accetta. Deve creare un manifesto per promuovere il suo spettacolo, e nella tipografia del paese vede un volantino, che anni dopo lo stesso Rocco riconoscerà come il volantino di Dignano. Si nota che il manifesto per lo spettacolo teatrale organizzato da Steo Rocco usa gli stessi caratteri del famoso manifesto di Dignano. Scrive nelle sue memorie: “sopra un telaio avevano una bozza di un altro manifesto appena composto. Mi piacque l’intestata che usava quei caratteri Ars Deco, anni Trenta, che tra l’altro erano i soli disponibili nella tipografia, quindi Nino (un amico, ndr) ed io decidemmo per lo stesso stile. Veggian, quel compositore, ci disse che aveva appena messo assieme quel manifesto per una certa propaganda da farsi per tutta l’Istria, a Fiume e a Trieste. Quel manifesto come stava era un falso che avrebbero usato per denigrare l’Italia e gli Istriani e chiamarci oppressori di fronte al mondo’. Siamo nell’autunno del 1945 e poco dopo il documento sarà portato a Parigi per essere usato nelle trattative di pace”.

in memoria di Norma Cossetto

Giovedì 5 ottobre 2023, alle  ore 11.15 incontro presso il Liceo Stefanini di Mestre in via Tina Anselmi, poi ci sarà la deposizione alla vicina  Rotonda Norma Cossetto. 

La cerimonia si svolgerà in occasione degli 80 anni dall’uccisione di Norma Cossetto, figura simbolo della tragedia delle Foibe.  Saranno presenti l’assessore del Comune di Venezia Paola Mar, il vicepresidente Anvgd Venezia Stefano Antonini e la dirigente dello Stefanini Mirella Topazio oltre ad alcuni studenti del Liceo accompagnati dalla professoressa Monica Ceolin e una rappresentanza delle associazioni d’arma

UNA VENTENNALE COLLABORAZIONE TRA ANVGD E IL COMUNE DI VENEZIA

Giovedì 27 ottobre 2022 una delegazione del Comitato di Venezia dell’ANVGD formata dal presidenteAlessandro Cuk, dal vicepresidente Stefano Antonini e dal segretario Flavio Asta èstata ricevuta al Municipio di Mestre da alcuni rappresentanti dell’AmministrazioneComunale di Venezia.L’Associazione ha ricordato la grande collaborazione, più che ventennale, con ilComune di Venezia, e ha ritenuto opportuno ringraziare la Presidente del ConsiglioComunale Ermelinda Damiano e l’Assessore Renato Boraso per la loro vicinanza el’impegno per la celebrazione del Giorno del Ricordo e per altre iniziative che sisvolgono durante tutto l’anno.A loro e a Tiziano Bolpin, che segue all’interno del Comune, con passione ecompetenza, le attività per il Giorno del Ricordo, è stata consegnata la tesseraonoraria dell’Associazione oltre al distintivo e ad una recente pubblicazione.Ad Ermelinda Damiano e Renato Boraso è stata donata anche una medaglia commemorativa che vent’anni l’allora Presidente Tullio Vallery aveva fattorealizzare sulla copia di quella coniata alla fine degli anni Quaranta dall’Associazioneper ringraziare le 258 persone ed enti che avevano aiutato gli esuli giuliano dalmati aVenezia

le medaglie commemorative

L’Anvgd di Venezia in lutto per la scomparsa di Mario Cocolet

Ci ha lasciato Mario Cocolet per oltre 20 anni membro dell’esecutivo provinciale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Venezia.

Nato a Pola nel 1934 poi si è trasferito con la famiglia a Venezia nel 1943 anticipando di fatto l’esodo giuliano dalmata con la sua vicenda particolare che ha raccontato in una videointervista raccolta qualche anno fa da Antonella Scarpa e che è inserita nel sito del Comune di Venezia dedicato all’archivio dei testimoni giuliano dalmati.

La famiglia di Mario si sposta a Malcontenta e a Dogaletto di Mira fino a quando nel 1958 gli viene assegnato un appartamento a Marghera, in via Pasini, nelle costruzioni realizzate dall’Opera per l’assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati. Inizia a lavorare al Petrolchimico di Marghera come turnista e poi, una volta diplomato, diventa impiegato al servizio sicurezza e ambiente dello stesso stabilimento.

È stato segretario provinciale dell’Associazione nazionale dei Fanti e poi da anni era attivo nell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia. Sempre presente nelle cerimonie, nelle riunioni, negli incontri culturali, con un impegno che lasciava intendere l’importanza che per lui avevano le sue radici istriane. 

Faceva tante fotografie nelle varie iniziative poi le postava su Facebook ed era attento ai social e alle nuove tecnologie. Era tipico farsi un selfie insieme che lui ti chiedeva con grande cortesia e con un sorriso gentile. Portava volentieri la sua testimonianza nelle scuole anche se spesso finiva per commuoversi a raccontare la sua storia e quella di tanti esuli.

I funerali avranno luogo il 29 agosto alle ore 11 presso la chiesa dei Ss. Francesco e Chiara in via Beccaria 10 a Marghera

Venerdì 11 febbraio 2022 Sala Tommaseo presentazione del libro “tutto ciò che vidi Parla Maria Pasquinelli

Rosanna Turcinovich Giuricin e Rossana Poletti hanno raccolto, ordinato e commentato i documenti, gli scritti, relazioni, note che Rosanna Pasquinelli, la donna che nel 1947 per protestare contro le decisioni degli Stati vincitori della seconda guerra mondiale decisero di assegnare l’Istria e Fiume alla Jugoslavia uccise con un colpo di pistola il generale inglese Robert De Winton a Pola. Le due autrici hanno per settimane compulsato e studiato i manoscritti contenuti in una cassa custodita per decenni in una banca triestina su mandato di Monsignor Antonio Santin, allora vescovo della città giuliana. Gli originali, le copie, le relazioni, le annotazioni, tutto vidimato da avvocati e notai che presero in consegna il materiale di cui questa è una prima parte, la più sofferta, la storia di una tragedia vissuta in trincea che, come scrive Ezio Giuricin nella sua introduzione: “può trovare una spiegazione solo se contestualizzata, inserita nella complessa temperie storica e politica dell’Istria alla fine del secondo conflitto mondiale”.

In ricordo di Giovanni Palatucci

Mercoledì 9 febbraio ore 17 – diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Venezia (https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530)

La figura di Giovanni Palatucci, nato a Montella (Avellino) il 31 maggio 1909 e morto il 10 febbraio 1945, a 36 anni, nel campo di sterminio di Dachau pochi giorni prima della liberazione, rappresenta ancora oggi un modello esemplare di sacrificio e altruismo.

Funzionario di Polizia durante il fascismo, in servizio dal 1937 alla questura di Fiume come commissario e poi questore-reggente, salvò dal 1939 fino al suo arresto, nel 1944, circa 5.000 ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti.

Per questo motivo lo Stato italiano ha conferito a Palatucci nel 1995 la medaglia d’oro al merito civile con questa motivazione:

«Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, dove sacrificava la giovane vita»

Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme, il Memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’Olocausto, ha insignito Palatucci del riconoscimento di ‘Giusto tra le nazioni’.

Beatificato dalla Chiesa cattolica, è stato proclamato nel 2004 ‘Servo di Dio’.

Incontro con gli studenti della Provincia di Venezia

Martedì 8 febbraio 2022 ore 10

Diretta Facebook sulla pagina del Comitato di Venezia ANVGD https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530 
L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività della Consulta Provinciale degli studenti ed è volta ad approfondire la conoscenza storica della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Le iniziative per il giorno del ricordo – Domenica 6 febbraio 2022

Domenica 6 febbraio ore 10 Duomo di S. Lorenzo Mestre
Messa del Ricordo
In memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata officiata da don Gianni Bernardi
A cura di: Associazione Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato di Venezia

Domenica 6 febbraio ore 11.30
Cimitero di Mestre
Cerimonia di deposizione corona al monumento che ricorda gli Istriani, Fiumani e Dalmati
Partecipano: Renato Boraso, Assessore Comune di Venezia, Luciano Toncetti, A.N.V.G.D. Venezia
A cura di: A.N.V.G.D. e Comune di Venezia

LA TRILOGIA ISTRIANA NEL CINEMA DI FRANCO GIRALDI

Casa del Cinema Venezia – Salizada San Stae 1990
martedì 8 febbraio h. 17 – Ingresso libero fino esaurimento posti con prenotazione sul
sito www.culturavenezia/cinema.
Per il Giorno del Ricordo, Alessandro Cuk e Paolo Lughi presenteranno il libro
La trilogia istriana nel cinema di Franco Giraldi (Alcione, 2021) di Alessandro Cuk.
In collegamento streaming ci sarà Stefano Patrizi, uno dei protagonisti di Un anno di
scuola
A seguire, proiezione del film Un anno di scuola di Franco Giraldi.
Un libro, quello di Alessandro Cuk, che tratteggia un autore, Franco Giraldi, regista,
sceneggiatore, critico cinematografico, incisivo nel Novecento e da riscoprire. Dopo
le due monografie, riguardanti i due film storici e fondamentali sull’argomento del
confine orientale, La città dolente (1949) di Mario Bonnard e Cuori senza frontiere
(1950) di Luigi Zampa, la tappa successiva si è rivolta al cinema di Franco Giraldi.
Un autore che tra gli anni Settanta e Novanta ha realizzato una trilogia significativa
con La rosa rossa (1973) tratta dal romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini, Un
anno di scuola (1977) dal racconto di Giani Stuparich e La frontiera (1996) dal libro
di Franco Vegliani. Quindi un’opera cinematografica che deriva a pieno titolo da una
trasposizione letteraria di qualità e che tocca tempi e angolazioni diverse della vita di
frontiera. Ma l’autore ha trattato questi argomenti anche in alcuni lavori
documentaristici che meritano di essere approfonditi.
Un anno di scuola di Franco Giraldi, con Laura Lenzi e Mario Adorf, drammatico,
Italia, 1977, 2h
Trieste, 1913. Per potersi iscrivere all’università, Edda Marty è costretta a frequentare
l’ultima classe di un liceo maschile. Nonostante gli sforzi per stabilire un rapporto
con i compagni, la sua presenza suscita turbamenti, un tentato suicidio, l’intervento
della madre possessiva di un compagno, Giorgio. Dopo l’esame di maturità, i ragazzi
si ritrovano ad una cena d’addio con i tristi presagi della guerra imminente. Il film è
tratto da uno dei Racconti (1929) di Giani Stuparich, ed è ispirato alle vicende della
prima ragazza triestina che s’iscrisse nel 1910 all’università.
In collaborazione con CINIT-CINEFORUM ITALIANO e Associazione Nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia – Comitato di Venezia

La soddisfazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per la rielezione di Mattarella

Sergio Mattarella ha mostrato durante il suo primo settennato una grande vicinanza alla comunità degli esuli da Istria, Fiume e Dalmazia. La sua permanenza al Quirinale è la garanzia principale che il percorso di pacificazione nazionale e di chiarificazione storica lungo il confine orientale da lui avviato con gli Stati successori della Jugoslavia proseguirà.

In nome dell’europeismo che contraddistingue la sua azione, Mattarella è, inoltre, uno dei più ferventi sostenitori del progetto di Nova Gorica e Gorizia congiuntamente Capitale Europea della Cultura nel 2025: un esempio delle politiche virtuose di buon vicinato che si vanno consolidando tra Italia e Slovenia. Senza dimenticare l’importanza simbolica dell’incontro di Mattarella con il Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor al monumento nazionale della foiba di Basovizza il 13 luglio 2020: tenendosi per mano dopo aver deposto una corona, i due Capi di Stato hanno suggellato una comune posizione di fronte ai crimini e alle crudeltà compiute dal comunismo titoista.

 

Renzo Codarin

Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Via Milano, 22 – 34122 Trieste – www.anvgd.itinfo@anvgd.it

Giorno della Memoria, la vicinanza dell’Anvgd alla Comunità Ebraica

 

A nome di tutti i dirigenti, i soci e gli aderenti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, esprimo la nostra fraterna vicinanza alla Comunità ebraica italiana e romana in occasione della Giornata della Memoria.

La Comunità giuliano-dalmata, che piange vittime innocenti e la perdita della propria Patria, è ben consapevole della necessità di tramandare la conoscenza informata e obiettiva dei tragici e nefasti avvenimenti del secolo scorso.

La Comunità ebraica dell’Adriatico orientale è inoltre legata al popolo della diaspora adriatica dalla scelta per l’italianità compiuta in epoca risorgimentale, oltraggiata poi però dalla proclamazione delle leggi razziali proprio a Trieste, città simbolo dell’irredentismo e sede di una delle più importanti comunità ebraiche in Italia.

Chi dimentica l’orrore della Shoah e dei crimini contro l’umanità non solo offende le vittime, ma ne facilità il ripetersi: noi di sicuro non dimentichemo.

Donatella Schürzel

Presidente del Comitato provinciale di Roma e Vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Concorso “Giorno del ricordo” Regione Veneto 2022

Il tema del concorso

“Esuli dell’Istria e della Dalmazia in Veneto: dai centri di raccolta ad una nuova vita”

Il concorso e rivolto agli  studenti frequentanti le Scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie e le Scuole di Formazione Professionale del Veneto – Anno Scolastico-Formativo 2021-2022.

Scadenza della domanda di partecipazione 28 febbraio 2022.

Vai al bando

 

Assegnato ala Regione Veneto il premio “NORMA COSSETTO”

PRESIDENTE ZAIA RICEVE PREMIO DEL RICORDO DEDICATO A NORMA COSSETTO DA ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA. “ACCOMUNATI DA IDENTITÀ E LINGUA. IL PREMIO È UN IMPEGNO A FARE DI PIÙ PER RICORDARE”
A palazzo Ferro Fini, in sala cuoi, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha ricevuto il Premio del Ricordo dedicato a Norma Cossetto assegnato dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia alla Regione del Veneto per l’impegno nel sostenere il ricordo dell’esilio della popolazione italiana, d’Istria e Dalmazia.
“Alla storia degli esuli ci lega il sangue, il ricordo e la storia – ha sottolineato Luca Zaia –, ci accomuna l’identità e la lingua. I nostri obiettivi sono tre: prima di tutto non dimenticare, in secondo luogo fare in modo che i nostri ragazzi conoscano la storia e, terzo, far sì che i luoghi dove la tragedia delle popolazioni istriane si è consumata non siano dimenticati. In tal senso sarà fondamentale il momento in cui la Croazia entrerà a far parte dei trattati di Schengen”.
A consegnare il premio il Presidente dell’associazione, cav. Renzo Codarin, che ha, inoltre, assegnato una targa al Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti a sigillo del riconoscimento dell’impegno di tutta la Regione del Veneto in questo ambito.
“Un elogio particolare va all’associazione per la volontà di recuperare i luoghi dove Norma Cossetto, istriana e studentessa all’Università di Padova, è stata trucidata – ha concluso Zaia -. La volontà di recuperare il sito è importante a monito di quanto feroce possa diventare l’uomo. Questo premio per la Regione del Veneto è un incentivo a fare di più. E il nostro impegno continuerà nel segno del ricordo”.

Alida Valli, diva per sempre: una rassegna alla Casa del Cinema di Venezia

Alida Valli era nata a Pola il 31 maggio del 1921 e quest’anno si ricorda,
giustamente, il suo centenario. E’ sempre rimasta legata alla sua città natale anche
se era partita dall’Istria a otto anni, per seguire il padre che era stato trasferito in
una scuola di Como.
Nel 1936 la prima particina in “I due sergenti” dove è ancora Alida Altenburger, poi
l’anno successivo sale alla ribalta con “Il feroce Saladino” e in quell’occasione il
regista Mario Bonnard la battezzerà come Valli, trovando il cognome sull’elenco del
telefono. Diventa molto popolare nel giro di pochissimo tempo, poi nel 1941 la
prima svolta importante con Piccolo mondo antico di Mario Soldati che la celebra in
senso più completo, anche se ha appena vent’anni.
Una lunga e prestigiosa carriera che arriverà fino al nuovo secolo e la porterà a
lavorare in giro per il mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in Francia. Per Alida
l’internazionalità è stata sempre una delle sue caratteristiche e questo l’ha portata
ad essere amata ed apprezzata in tutto il mondo.
Durante la recente Mostra di Venezia l’amministrazione comunale veneziana le ha
intitolato un parchetto al Lido di Venezia accanto al Casinò e al Palazzo del Cinema.
Adesso a partire dal 27 settembre per 5 settimane Circuito Cinema Venezia, in
collaborazione con CINIT-Cineforum Italiano e con il Comitato di Venezia
dell’ANVGD, inizia una rassegna “Alida Valli, diva per sempre” alla Casa del Cinema
di Venezia.
Il primo appuntamento (con proiezioni alle 17.30 e alle 20.30) sarà con “Il terzo
uomo” di Carol Reed, lavoro del periodo hollywoodiano, dove Alida aveva come
partner Joseph Cotten e Orson Welles. Il film e la rassegna saranno introdotti da
Alessandro Cuk, autore del libro “Alida Valli – Da Pola ad Hollywood e oltre”, da
Paolo Lughi, critico cinematografico e da Ermelinda Damiano, presidente del
consiglio comunale di Venezia.
L’incontro successivo, il 4 ottobre, è con l’opera prima di Gillo Pontecorvo “La
grande strada azzurra” con Yves Montand girato quasi interamente in Istria, mentre
l’11 ottobre sarà la volta di “Edipo re” di Pier Paolo Pasolini.
Un altro significativo appuntamento sarà il 18 ottobre con la proiezione di “La mano
dello straniero” diretto da Mario Soldati e tratto da un romanzo di Graham Greene.
Si tratta di un film girato interamente a Venezia dove Alida Valli aveva recitato in
inglese e in dialetto istro-veneto perché interpretava una profuga giuliana.
Lo spettacolo sarà introdotto dal critico cinematografico Alessandro Cuk e dallo
studioso di cinema Carlo Montanaro che parleranno del rapporto tra Alida Valli e
Venezia, a partire dall’amicizia dell’attrice con Francesco Pasinetti che all’inizio della
sua carriera l’ha sostenuta e aiutata.

La rassegna andrà a concludersi con una chicca il 25 ottobre ovvero con la
proiezione del lungo film di Goffredo Alessandrini che venne distribuito diviso in due
parti “Noi vivi” e “Addio Kira!”.
Si tratta di una rassegna che ricorda un’attrice che merita stima e considerazione. E
d’altronde i suoi percorsi di carriera e di vita che sono stati ben raccontati da
Mimmo Verdesca in Alida, un recente docufilm che ha espresso al meglio un ritratto
di attrice e di donna, anche con tanti particolari inediti. Un’opera da vedere per
comprendere meglio e recuperare la memoria di un’interprete semplicemente
leggendaria.

FederEsuli espone in Commissione Esteri le questioni dell’italianità adriatica

Una vasta panoramica sulle problematiche dell’italianità adriatica, sia per quanto concerne la presenza autoctona sia con riferimento agli esuli istriani, fiumani e dalmati ed ai loro discendenti: la ha esposta il Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, Prof. Avv. Giuseppe de Vergottini, ospite ieri della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. L’audizione – preceduta da una puntuale presentazione fatta dal Presidente della Commissione Piero Fassino sul contesto istituzionale in cui opera la Federazione – si è svolta grazie all’interessamento del Segretario della Commissione, On. Vito Comencini, il quale ha introdotto de Vergottini fornendo ai colleghi alcune prime informazioni sulle questioni ancora aperte.
«Prima di tutto – ha detto il Presidente di FederEsuli – ho ricordato il significato del clima politico più disteso sviluppatosi negli anni recenti che ha consentito un obiettivo miglioramento dei rapporti transfrontalieri, con apprezzamento per il ruolo del nostro Capo dello Stato e dei ministeri competenti. Ho quindi sottolineato come la Federazione stia operando in stretta collaborazione con l’Unione Italiana, organismo che rappresenta in modo unitario i nostri connazionali nei territori a suo tempo ceduti alla repubblica jugoslava. Ho fatto riferimento ai progetti comuni che stiamo sviluppando. Non ho potuto tacere il persistere di una situazione non soddisfacente quanto all’esecuzione dell’accordo Dini-Granić del 1996 in materia di bilinguismo. Ho sottolineato l’importanza dell’attenzione oggi riservata alla presenza italiana a Cattaro ricordando il ruolo delle associazioni dei dalmati italiani. Grazie al loro impegno si stanno riorganizzando diverse comunità: da Zara a Veglia, Lesina e Spalato».
Ha attinenza con il Ministero degli Esteri, con cui la III Commissione si interfaccia, il rifinanziamento della L. 72/2001 Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, questione sulla quale de Vergottini si è soffermato, riportando all’attenzione della Commissione anche la possibilità di istituire una Fondazione che si occupi della tutela della storia, della cultura e dei diritti dell’italianità adriatica utilizzando parte dei fondi ancora dovuti dalle vicine repubbliche per gli esiti del trattato di Osimo.
«I buoni rapporti tra Italia, Slovenia e Croazia – prosegue de Vergottini – e le riesumazioni già avvenute a Castua e a Ossero in territorio croato fanno ben sperare affinché si identifichino foibe e fosse comuni ove si possa poi apporre una targa plurilingue che ricordi le stragi compiute dai partigiani comunisti jugoslavi durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’auspicio è che si possano identificare i resti per poi comunicare ai discendenti delle vittime qual è il luogo in cui recarsi per commemorare i propri congiunti».
Dopo alcune domande che hanno consentito al Presidente di FederEsuli di spaziare su vari argomenti, è stato richiesto all’On. Fassino l’impegno affinché venga votato un documento riguardo due argomenti in particolare. Sollecitare l’iter parlamentare per l’approvazione delle modifiche regolamentari necessarie alla revoca dell’onorificenza della Repubblica italiana a suo tempo assegnata a Josip Broz “Tito” e ottenere l’esecuzione del decreto presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi che nel 2001 ha assegnato la Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della Città di Zara, ma che non è stata ancora fisicamente consegnata causa polemiche scoppiate all’epoca in Croazia. Il mutato stato dei rapporti con Zagabria dovrebbe aver reso praticabili entrambe le soluzioni. Infine si è ricordata l’esigenza di caldeggiare la ripresa del tavolo tecnico governativo su cui riportare le svariate pendenze interessanti le associazioni, a partire dalla annosa e non abbandonata aspettativa relativa agli indennizzi.
L’Ufficio Stampa di FederEsuli
Via Milano, 22 – 34122 Trieste – info@federesuli.com

Proiezione del film “Alida” al cinema Dante di Mestre

Mercoledì 26 maggio alle ore 16.30 e 19.00 si svolgerà al Cinema Dante la prima proiezione a Mestre del film “Alida” di Mimmo Verdesca, dopo i buoni risultati ottenuti a Venezia e a livello nazionale.

Il documentario racconta la storia di una delle più grandi attrici del Novecento: Alida Valli. Un film che descrive l’artista e la donna attraverso le immagini dei suoi film, ma anche le parole inedite delle sue lettere e dei suoi diari, arricchite poi di altri esclusivi materiali: le fotografie, le riprese private di famiglia, nuove interviste ai figli, ai parenti, agli amici e ai collaboratori più fedeli, e molto altro materiale d’archivio.

Il film “Alida” mostra un quadro completo e mai visto prima della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola, che diventò in breve tempo una delle attrici più famose e amate del cinema italiano e internazionale. La sua carriera iniziò con una piccola parte nel 1936 e poi è proseguita fino al 2002.

Le proiezioni del 26 maggio saranno precedute dall’intervento del critico cinematografico e Presidente ANVGD Venezia Alessandro Cuk e da Lucio Scarpa e Marco Caberlotto, produttori della veneziana Kublai Film.

Incontro in streaming il 24 maggio su “Scuola e il confine orientale”

 

 

In un anno scolastico così difficile e complicato per l’emergenza sanitaria siamo stati stimolati a produrre nuove iniziative per portare nella Scuola il tema del confine orientale.

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha realizzato così il documentario “Altrove. Viaggi di un’anima” nell’ambito del progetto “Perle del Ricordo” per raccontare la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo giuliano dalmata. Un lavoro costruito con particolare attenzione verso il mondo scolastico.

Anche il Concorso Nazionale “10 Febbraio” per le scuole si è svolto con ottimi risultati, grazie al supporto importante del Ministero dell’Istruzione e delle Associazioni degli esuli che partecipano al gruppo di lavoro ministeriale.

Un incontro per parlare di “Scuola e confine orientale” si svolgerà lunedì 24 maggio alle ore 18.00 in diretta sulla pagina facebook di ANVGD Venezia.

Saranno presenti all’appuntamento Maria Elena De Petroni, Delegata ANVGD per la scuola, Italia Giacca, testimone nel filmato “Altrove” e Caterina Spezzano Dirigente del Ministero dell’Istruzione.

Parteciperanno la Scuola Secondaria di I grado “Isaia Ascoli” di Gorizia, vincitrice dell’ultimo Concorso 10 febbraio, e l’Istituto “Sabatini” di Borgia (Catanzaro) già vincitore del Concorso negli anni precedenti.

L’incontro sarà da coordinato da Alessandro Cuk, vicepresidente nazionale ANVGD, con la regia di Stefano Antonini, segretario ANVGD Venezia.

 

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

L’incontro resterà qui visibile in streaming anche per chi non è iscritto a facebook.

 

Incontro su Alida Valli nel centenario della nascita

Mercoledì 12 maggio alle ore 18.00 in diretta sulla pagina facebook di ANVGD Venezia si svolgerà un incontro denominato “Alida Valli 100”.

 

Si tratta di un omaggio alla grande attrice nata a Pola il 31 maggio di un secolo fa. L’iniziativa è il frutto di una collaborazione tra ANVGD Venezia, CINIT-Cineforum Italiano e Comune di Venezia e sarà l’occasione per presentare alcune iniziative collegate al Centenario di Alida Valli e alla prossima uscita del film “Alida”, che sarà nelle sale dal 17 maggio a livello nazionale e il 18 e 19 anche al cinema Rossini di Venezia. Saranno presenti all’appuntamento il critico cinematografico e Presidente ANVGD Venezia Alessandro Cuk, la Presidente del Consiglio Comunale di Venezia Ermelinda Damiamo, il regista di “Alida” Mimmo Verdesca e l’attore e nipote di Alida Valli Pierpaolo De Mejo.

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

L’incontro resterà qui visibile in streaming anche per chi non è iscritto a facebook.

Raccontar di Ofelia

“Raccontar di Ofelia”, tratto dal libro di Luisa Antonini. Venerdì 14 maggio 2021 alle 18 al Centro Culturale Aldo Rossi di Borgoricco.

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria museocenturiazione.servizi@gmail.com tel. 3924594788

Nel romanzo di OFELIA i ricordi si presentano senza chiedere il permesso. Premono nella mente dell’autrice, al punto di dover loro rendere giustizia.
Ispirato alle intime esistenze degli affetti più cari alla scrittrice, OFELIA narra di un viaggio vitale grazie al quale la promessa si compie nella liberazione.
Tutto il romanzo, come un canto, ha un intenso ritornello, composto da donne forti, in un’epoca che non lo prevedeva, e da uomini gagliardi loro malgrado, perché così era richiesto.
Ofelia, la protagonista, rielabora le sue memorie di bambina.
I suoi occhi, ormai grande, ripercorrono le originali vite di chi ha amato ed è venuto prima di lei.
Riaffiora la rilevanza dell’esodo giuliano dalmata, del mettersi in salvo da una persecuzione vissuta nella terra di origine, nella propria terra madre: ZARA.

Zara. Dove il “veneto” era una lingua incontaminata, ancora antica, preservata all’interno delle comunità lontane dalla terra d’origine.

Il 25 Aprile non fu una Liberazione per tutti gli italiani

Nel giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia scatenava l’insurrezione a Milano e nelle altre principali città ormai abbandonate dai tedeschi in ritirata, all’estremo nord-est la situazione era ben diversa. Le truppe anglo-americane erano lontane dalla Venezia Giulia poiché, una volta sfondata la Linea Gotica, la priorità era raggiungere il Brennero e da lì arrivare rapidamente in Baviera, ove si temeva che si sarebbe concentrata l’ultima disperata resistenza germanica.

Marciava invece a tappe forzate l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, interessato più a raggiungere Trieste, Gorizia, Pola e Fiume che a riprendere il controllo di città come Lubiana e Zagabria, la cui appartenenza alla Jugoslavia nessuno avrebbe messo in discussione. Già dopo l’8 settembre 1943 in Istria e dopo la cacciata degli italo-tedeschi da Zara a novembre del ’44 si era visto cosa significasse essere “liberati” dalle truppe guidate dal maresciallo Josip Broz, detto Tito: l’eliminazione non solo degli ex gerarchi fascisti, ma anche degli elementi più importanti dell’italianità autoctona e di coloro i quali rappresentavano per il loro ruolo istituzionale e sociale la presenza dello Stato italiano.

Una siffatta epurazione politica era propedeutica all’annessione alla rinascente Jugoslavia di province che erano internazionalmente riconosciute come appartenenti all’Italia, la quale, però, avendo firmato la resa incondizionata, non rappresentava più un soggetto di diritto internazionale.

A complicare ulteriormente la situazione c’era la scissione della Resistenza italiana locale, in cui il PCI aveva non solo abbandonato il CLN per aderire alla lotta partigiana a guida “titina” che rivendicava l’annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia comunista, ma anche eliminato alle malghe di Porzus i vertici della brigata partigiana Osoppo, rei di essere tanto antifascisti quanto patrioti ed anticomunisti e perciò contrari all’espansionismo jugoslavo.
Consapevoli di questi tragici precedenti, i Volontari della Libertà di Trieste scatenarono l’insurrezione cittadina il 30 aprile, confidando nell’arrivo delle truppe neozelandesi che stavano finalmente avanzando nella pianura friulana. Le truppe tedesche si asserragliarono in alcune postazioni facilmente difendibili, ma la mattina del primo maggio le formazioni partigiane slovene e comuniste che operavano nelle periferie e nei sobborghi poterono esultare poiché la cosiddetta “corsa per Trieste” era stata vinta da Tito, le cui avanguardie stavano entrando nel capoluogo giuliano.
Nei giorni successivi, mentre il CLN triestino veniva esautorato e le manifestazioni di italianità venivano represse con morti e feriti, anche a Gorizia, Fiume ed in Istria iniziava una nuova occupazione straniera. Retate organizzate grazie alla rete spionistica allestita dall’OZNA – la polizia segreta jugoslava – portavano all’arresto, alla deportazione o all’infoibamento di centinaia di oppositori al progetto annessionista jugoslavo, ivi compresi ex combattenti partigiani. Timorosi di suscitare attriti con Stalin – che era ancora un prezioso alleato, in quella fase finale della Seconda guerra mondiale, per stroncare il Giappone – gli angloamericani fecero poco o nulla per frenare una carneficina che avrebbe mietuto circa 10.000 vittime, considerando anche i soldati fatti prigionieri e poi massacrati in spregio alle convenzioni di guerra.

Appena il 9 giugno convinsero Tito a lasciare almeno Trieste, Gorizia e Pola, che passavano così sotto l’Amministrazione militare angloamericana, in quanto considerate località importanti per le linee di rifornimento destinate alle truppe che avevano preso il controllo dell’Austria. Nel resto dell’Istria e a Fiume sarebbe continuata la persecuzione degli italiani nel clima di terrore, che avrebbe indotto il 90% della comunità italiana autoctona ad abbandonare le terre in cui viveva radicata da secoli. Lo slogan della fratellanza italo-jugoslava in nome dell’antifascismo era una patina dietro cui si celavano i vecchi progetti espansionistici sloveni e croati rivolti anche a città e territori in cui gli slavi rappresentavano una minoranza, laddove gli italiani erano considerati quinte colonne di uno Stato che era entrato nella sfera d’influenza del mondo capitalista a guida statunitense e quindi bisognava assicurarsi la loro fedeltà ideologica ovvero l’eliminazione o l’allontanamento.
Per gli italiani dell’Adriatico orientale il 25 aprile ha tradizionalmente rappresentato la ricorrenza di San Marco, il cui leone alato era simbolo di quella Serenissima Repubblica di Venezia che per secoli mantenne Istria e Dalmazia collegate alla penisola italica, salvaguardandone lingua e cultura. Oggi è diventata la data in cui ricordare che la Liberazione non ha riguardato tutti gli italiani e che in quella primavera del 1945 nelle terre annesse dopo i sacrifici della Grande Guerra se ne stava sostituendo un’altra che il 10 febbraio 1947 avrebbe ricevuto la consacrazione di un Trattato di Pace che scaricava su istriani, fiumani e dalmati l’onere di un’Italia uscita sconfitta dal secondo conflitto mondiale. In un clima di vera pacificazione la Storia dell’Adriatico orientale dovrebbe essere patrimonio nazionale, non più rinchiusa in una pagina locale, misconosciuta, irrilevante.

Davide Rossi – Lorenzo Salimbeni

Fonte: L’Adige di Verona

GRAZIE A ULDERICO BERNARDI

Il Comitato di Venezia dell’ANVGD e il suo Presidente Alessandro Cuk ricordano con affetto il professor Ulderico Bernardi e lo ringraziano per la sua amicizia e per tutto quello che ha fatto e ha scritto sulle tematiche del confine orientale. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo con grande piacere il suo bellissimo libro “Istria d’amore” che abbiamo sostenuto e presentato come Associazione nel febbraio 2013.

Per la prima iniziativa del Giorno del Ricordo, il 7 febbraio del 2020, era venuto al Centro Culturale Candiani di Mestre a presentare un documentario “Il Veneto in Istria” che lo vedeva tra i protagonisti. In quell’occasione c’erano anche l’Assessore del Comune di Venezia Renato Boraso, il regista del film Simone Preti e Italia Giacca che era un’altra delle persone intervistate.

Alessandro Cuk ricorda: “Era stato un pomeriggio molto interessante e le parole del professore, prima e dopo la proiezione, lo hanno reso ancora più importante. Quel giorno ci siamo messi d’accordo per presentare il film nella sua città d’origine, Oderzo, per il mese successivo, ma poi la pandemia ha bloccato tutto.

Ci siamo sentiti alcune volte tra l’ottobre e il dicembre scorso perché il professore stava lavorando ad un nuovo testo collegato con il confine orientale, un libro che raccontava la storia passata ma per guardare al futuro. Mi ha mandato una bozza per sentire opinioni e consigli e telefonicamente ci siamo scambiati idee e pareri. Speriamo che questo libro possa uscire al più presto”.

Teleconferenza “Dante Adriaticus. Letteratura, arte e storia nel segno di Dante Alighieri e dell’italianità nell’Adriatico orientale

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Si svolgerà lunedì 12 aprile la teleconferenza “Dante Adriaticus. Letteratura, arte e storia nel segno di Dante Alighieri e dell’italianità nell’Adriatico orientale”, evento inaugurale del ciclo di iniziative “Dante Adriaticus” che l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia realizzerà nel corso di questo 2021 centenario dantesco.

Il comitato scientifico e la segreteria organizzativa di questo progetto, finanziato dalla Legge 72/2001, si sono costituiti all’interno del Comitato provinciale di Roma dell’A.N.V.G.D.: l’auspicio è di poter realizzare a settembre ed ottobre le successive iniziative in presenza a Verona, Pola e Roma, nel rispetto di quelle che saranno le vigenti disposizioni anti-Covid. La finalità è quella di ricordare che, al di fuori degli odierni confini, l’italianità autoctona dell’Adriatico orientale è da salvaguardare e da ricostruire nella sua plurisecolare presenza in loco. I momenti di studio e approfondimento saranno concentrati in Convegni di taglio multidisciplinare, Itinerari tematici, legati ai luoghi di Dante e del suo tempo, Performances poetico-musicali, accompagnate da immagini e con approfondimenti proposti da esperti. Al termine di queste attività verrà allestito, nella sede romana della Casa del Ricordo, un report nella forma di una mostra fotografica; inoltre il materiale prodotto durante i convegni sarà raccolto e pubblicato in un volume di Atti.

L’appuntamento del 12 aprile, di cui si allega il programma, si articolerà in una sessione mattutina 11:00-13:15 ed una pomeridiana 15:00-17:30, entrambe visibili in diretta (e successivamente in streaming) sulla pagina Facebook Anvgd Sede Nazionale (http://www.facebook.com/Anvgd-Sede-Nazionale-868554539843945) e sul canale YouTube del Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata (CDM http://www.youtube.com/channel/UC-Fkl1xelh53k5zGchDSTPg).

Nel corso della giornata ci saranno i contributi di Donatella Schürzel (700 anni di Dante in Adriatico: un percorso culturale a tutto campo), Eufemia Giuliana Budicin (Isola d’Istria e Dante), Maria Grazia Chiappori (Fortuna di Dante nell’arte, dal Medioevo all’Ottocento) e Barbara Vinciguerra (Reinterpretazioni e re-visioni dantesche dall’Ottocento alla contemporaneità), le quali fanno parte del Comitato scientifico del progetto. Interverranno anche il docente dell’Università di Padova Federico Reggio, Marino Micich (Archivio Museo Storico di Fiume a Roma) e Serena Lemucchi (Dottoressa magistrale in Filologia). Sono poi previsti gli interventi dei rappresentanti dei Comitati della Società Dante Alighieri di Trieste, Capodistria, Pola, Fiume, Zara e Cattaro, nonché la presentazione delle progettualità teatrali che verranno sviluppate dalla Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, di cui interverrà il direttore artistico, Prof. Piermario Vescovo. Completano il denso programma alcune letture dantesche che verranno effettuate da allieve di laboratori teatrali e dall’attrice Isabel Russinova, la quale leggerà una versione del I canto dell’Inferno dantesco apparsa sulla rivista Umana del letterato giuliano Silvio Benco nel luglio 1918.

30 marzo 2004–2021 17 anni di Giorno del Ricordo

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Sono trascorsi 17 anni da quando è stata promulgata la L. 92 del 30 marzo 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo, una ricorrenza che ha saputo conquistarsi visibilità e credibilità grazie all’operato delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, le quali considerarono da subito quella Legge non tanto un traguardo raggiunto quanto un punto di partenza. Come ha evidenziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Giorno del Ricordo 2021, a tali sigle associative va riconosciuto il merito di aver conservato per oltre mezzo secolo la memoria delle tragedie che colpirono l’italianità dell’Adriatico orientale nella fase finale della Seconda guerra mondiale e con particolare virulenza addirittura una volta cessate le ostilità, fino a giungere all’esodo del 90% della comunità italiana autoctona. L’attentato dinamitardo di Vergarolla del 18 agosto 1946 è l’esempio più tragico del protrarsi di questi crimini a guerra finita e rappresenta la strage più sanguinosa nella storia dell’Italia repubblicana, essendo avvenuta nei pressi di Pola che, fino alla firma del Trattato di Pace del 10 febbraio 1947, era a tutti gli effetti territorio italiano benché sotto amministrazione militare angloamericana.

Come purtroppo la legge non fu approvata all’unanimità dal Parlamento italiano, ancor oggi c’è chi sminuisce, giustifica, nega o decontestualizza le stragi nelle foibe, gli annegamenti nell’Adriatico, le deportazioni verso terrificanti campi di concentramento ed il clima di terrore messi in atto in Venezia Giulia, Carnaro e Dalmazia dalle forze partigiane jugoslave, dalla polizia segreta organizzata da Tito e nota come Ozna, dai comunisti italiani che anteponevano la fede ideologica all’appartenenza nazionale e dagli apparati della nascente dittatura nazionalcomunista jugoslava. Appare perciò prioritario confutare con un sereno lavoro di ricerca costoro e portare a compimento le richieste degli esuli e dei loro discendenti ancora inevase, dalla Medaglia d’Oro al gonfalone di Zara all’indennizzo dei beni abbandonati o confiscati dal regime titoista (e con cui l’Italia pagò i danni di una guerra persa da tutti) passando per l’identificazione e la decorosa sistemazione di foibe, fosse comuni e luoghi di sepoltura attualmente in territorio sloveno e croato.

Ricordare questi lutti e le sofferenze dell’Esodo giuliano-dalmata, dal dolore dello sradicamento alle difficoltà del reinserimento (per tantissimi addirittura in altri continenti) passando attraverso le privazioni dei Centri Raccolta Profughi; partire da questa catastrofe per andare a ritroso alla scoperta del patrimonio letterario, artistico e culturale che gli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia hanno elaborato nei secoli precedenti; cogliere le opportunità che la cornice europea offre per la salvaguardia del patrimonio materiale ed immateriale dell’italianità adriatica, prendendo consapevolezza che oltre l’Adriatico c’è ancora una comunità italiana che testimonia un illustre passato. Partendo da questi punti di riferimento prosegue durante tutto l’anno il lavoro culturale delle associazioni della diaspora adriatica finalizzato a non confinare alle ritualità della data del 10 febbraio la conoscenza di una pagina di storia che appartiene a tutta la comunità nazionale.

 

Lorenzo Salimbeni
Responsabile comunicazione Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Via Milano 22 – 34122 Trieste – info@anvgd.it

Ricordare Norma Cossetto anche a Reggio Emilia

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più antica e rappresentativa associazione di esuli istriani, fiumani e dalmati, esprime al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ed alla sua amministrazione comunale il più vivo sostegno a favore dell’ottenuto  parere favorevole da parte della Commissione Toponomastica alla mozione in richiesta dell’intitolazione di una via a Norma Cossetto.

Si tratta di un importante riconoscimento da parte della Città del Tricolore alla studentessa istriana Medaglia d’Oro al merito civile, concessa nel 2005 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ed insignita nell’immediato dopoguerra della “laurea honoris causa alla memoria” dall’Università di Padova, ove era iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia e stava preparando la tesi di Laurea con il Prof. Concetto Marchesi, poi membro dell’Assemblea Costituente eletto nelle file del Partito Comunista Italiano.

Norma Cossetto oggi è inserita, inoltre, nell’Enciclopedia della donne perché «emblematica dei drammi e delle sofferenze delle donne d’Istria e della Venezia Giulia che, colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime, vennero catturate al posto dei loro congiunti, prese come ostaggi o per scontare vendette personali». Risulta davvero importante e degno di nota il constatare che sempre di più si fa strada la collaborazione fattiva delle Amministrazioni con le Associazioni degli Esuli per il riconoscimento della verità, per la pietas verso il dolore e il martirio del popolo  giuliano-dalmata e per il rispetto reciproco attraverso il confronto, il dialogo e la memoria che si fa attiva nella costruzione dei valori fondanti della collettività.

La sottrazione di questa pagina di storia all’oblio e alla strumentalizzazione ideologica non rappresenta la vittoria di una maggioranza o di una minoranza politiche e non vivifica divisioni che appartengono al passato; essa al contrario segna un solco, un cammino e una traccia di indirizzo, come è giusto e corretto che sia il ruolo delle istituzioni, attraverso la persuasione e l’esempio di un società civile e democratica. Ed è proprio nella direzione del rispetto, della fiducia e del confronto che intendiamo sottolineare, con  riconoscenza, come tale gesto della Amministrazione reggiana sia davvero un ulteriore passo in avanti nel percorso ormai più che decennale di adesione e di rispetto della memoria compiuto dalla Legge 92 del 30 marzo 2004 istitutiva del Giorno del Ricordo e a più riprese dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Cogliamo, infine, l’occasione per ribadire la nostra intenzione, appena la situazione pandemica lo consentirà, di organizzare in collaborazione con l’amministrazione comunale di Reggio Emilia un momento di testimonianza e di analisi storica dedicato alle tematiche che sono al centro del Giorno del Ricordo, in maniera tale da contestualizzare adeguatamente la figura di Norma Cossetto.

 

Cav. Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia  
Via Milano, 22 – 34122 Trieste – info@anvgd.it

1600 anni di italianità adriatica nel nome di Venezia

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Per l’italianità dell’Adriatico orientale, Venezia, di cui oggi, 25 marzo 2021, festeggiamo i 1600 anni dalla fondazione, ha sempre rappresentato un punto di riferimento, l’elemento di congiunzione più genuino con la penisola italica, con la sua lingua e la sua cultura.

Sotto il motto “Pax tibi Marce Evangelista meus” inciso sulle raffigurazioni del leone di San Marco che decoravano chiese, palazzi e fortezze da Muggia a Dulcigno, passando per Capodistria e Zara, si consolidarono i rapporti tra le due sponde dell’Adriatico, non solo nel nome dei commerci e dei traffici, ma anche della circolazione artistica e culturale: così si mantennero all’interno dell’ecumene linguistico ed identitario italico le popolazioni italofone dell’Adriatico orientale.

Venezia fu Serenissima nel dare pace, prosperità e autonomia ai Comuni istriani e dalmati che facevano atto di dedizione; fu concorrente nei traffici verso l’entroterra balcanico di Ragusa di Dalmazia, la quinta Repubblica marinara italiana; fu Dominante quando le sue navi da guerra fronteggiavano i turchi dopo aver caricato le artiglierie all’arsenale di Pola ed il gonfalone a Perasto, nella Dalmazia montenegrina.

“Ti con nu, nu con ti” dissero i notabili di Perasto allorché, in seguito al mercanteggiamento napoleonico che tanto afflisse Ugo Foscolo ed il suo alter ego letterario Jacopo Hortis, la Repubblica di Venezia perse la sua indipendenza e a loro toccò l’ingrato compito di seppellire sotto l’altare maggiore quel glorioso gonfalone che da secoli orgogliosamente custodivano.

Venezia sarebbe poi stata capofila delle insurrezioni nel 1848, allorché sotto il rinato vessillo marciano arricchito del Tricolore accorsero volontari istriani e dalmati, i quali non avrebbero fatto mancare il loro contributo nelle successive guerre risorgimentali che avrebbero infine condotto all’annessione delle terre irredente dopo la Grande Guerra.

Il capoluogo veneto sarebbe diventato il punto d’approdo dopo la Seconda Guerra mondiale per i pescatori istriani in fuga dal regime comunista jugoslavo e per la motonave Toscana, dedita a far esodare la quasi totalità della popolazione di Pola, ma tutta la regione si sarebbe rivelata particolarmente ospitale nei confronti delle migliaia di istriani, fiumani e dalmati accolti nei Centri Raccolta Profughi e quindi nei Villaggi Giuliano-dalmati.

Ancora oggi Venezia guarda con attenzione e premura all’Istria e alla Dalmazia avendo promulgato, ancor prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo, una legge finalizzata al recupero ed alla salvaguardia del patrimonio architettonico di foggia veneziana dopo l’implosione della Jugoslavia.

Celebrare 1600 anni dalla nascita di Venezia significa perciò ricordare anche la plurisecolare appartenenza dell’italianità autoctona dell’Adriatico orientale alla comunità nazionale italiana.

 

Renzo Codarin

Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia  

Amarezza per le polemiche contro Norma Cossetto a Monfalcone 


Si dichiarano sorpresi e amareggiati dalle polemiche, nate a seguito della proposta di dedicare a Monfalcone (in provincia di Gorizia) una rosa a Norma Cossetto sulla gradinata del porticciolo “Nazario Sauro”, gli esuli aderenti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più rappresentativa delle Associazioni degli esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia, che raccoglie migliaia di iscritti, tra esuli e loro discendenti.
Sorpresi perché, dopo tanti decenni, qualcuno si dimostra ancorato a pregiudizi che sembrano perpetuare la propaganda comunista del secolo scorso quando – come ricorda anche lo storico Raul Pupo – la storiografia di sinistra riproponeva pedissequamente e in maniera acritica l’interpretazione jugoslava, quella del regime di Tito: era un dogma indiscutibile il fatto che tutta la colpa delle violenze interetniche era da attribuire al fascismo, che i crimini da parte jugoslava erano soltanto la conseguenza di quelli italiani, e che il nazionalismo italiano era da condannare, mentre quello sloveno e croato era nazionalismo positivo, in quanto funzionale alla liberazione dei popoli.
Per decenni si è tenuta nascosta la scomoda – almeno per qualcuno – verità, che sta riemergendo anche dalle oltre 600 fosse comuni ritrovate dalla Commissione costituita dal governo della Repubblica di Slovenia, dove giacciono senza nome 90 mila vittime di diversa nazionalità, assassinate in quanto possibili ostacoli per il regime che Tito stava instaurando.
Oggi nessuno nega le colpe del fascismo e il valore dei partigiani che hanno combattuto per la libertà dal nazifascismo, ma qualcuno giustifica i crimini commessi da una parte di loro in nome di una epurazione preventiva nei confronti di veri, potenziali o presunti oppositori del regime comunista, che mirava all’annessione al nuovo Stato jugoslavo di tutte le terre fino al Tagliamento.
Nell’Europa comune di oggi, è il momento di andare avanti : il Parlamento europeo nella risoluzione approvata il 19 settembre 2019   “condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari’’.
L’intitolazione ad una giovane donna insignita della Medaglia d’oro dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, per aver dato “Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio” dopo essere stata lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba”  come è avvenuto in decine di città italiane, non nega certo spazio alle vittime del fascismo, ma riconosce il diritto a tutte le vittime, di tutti i regimi, di essere ricordate.
Siamo quindi amareggiati nel leggere le parole di chi cerca di alimentare polemiche, e che invece di ripudiare ogni violenza, senza se e senza ma, cerca ancora una volta di giustificare ciò che non può e non deve esserlo, mai : Norma, sequestrata, seviziata e assassinata, finì vittima di quell’odio “che era insieme ideologico, etnico e sociale”, come ha affermato a proposito delle altre migliaia di vittime il Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso del 10 febbraio 2019.
Fu, secondo il Presidente, ‘’Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente’’, e innocente era Norma, giovane e brillante studentessa ventitreenne, assurta a simbolo delle vittime delle violenze perpetrate nei confronti degli italiani nel corso della prima ondata, quella del ’43.
Non si comprende, pertanto, chi cerca ancora di giustificare la sua barbara uccisione,  tenta di infangarne la memoria e rifiuta l’idea che la sua morte possa essere ricordata con un fiore….

Maria Grazia Ziberna
Presidente del comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Gorizia

Passaggio Alvarez, 8 – 34170 Gorizia – anvgd.gorizia@libero.it

 

Alida Valli

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "MADRE XAL Venerdì5 marzo ore 17 Presentazione del film ALIDA di Mimmo Verdesca diretta sulla pagina Facebook del circuito cinema Venezia https:/ https://www.facebook.com/ facebook. circuitocinemavenezia/ Intervengono Mimmo Verdesca Marco Caberlotto Olido Pierpaolo De Mejo - Alessandro Cuk Ermelinda Damiano"
INCONTRO PER IL CENTENARIO DI ALIDA VALLI
In occasione delle iniziative del Giorno del Ricordo 2021, venerdì 5 marzo alle ore 17, in diretta streaming dalla sua pagina Facebook il Circuito Cinema Venezia presenterà il film Alida di Mimmo Verdesca, dedicato alla grande attrice Alida Valli.
Saranno presenti il regista Mimmo Verdesca, il produttore della Kublai Film Marco Caberlotto, l’attore Pierpaolo De Mejo nonché nipote di Alida Valli, Alessandro Cuk, presidente dell’ANVGD Venezia ed Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale di Venezia. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comitato di Venezia dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia e del CINIT Cineforum Italiano.
Alida di Mimmo Verdesca racconta attraverso la voce di Giovanna Mezzogiorno la storia della leggendaria Alida Valli, attraverso le parole inedite dei suoi scritti privati, arricchendola di preziosi materiali d’archivio e testimonianze esclusive. Il documentario, selezionato a Cannes Classics 2020 e alla Festa del Cinema di Roma 2020, mette in scena un quadro completo della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola che diventò in breve tempo una delle attrici più famose e amate della Storia del cinema e che, nel 2021, compirà 100 anni.
Oltre alla voce narrante di Giovanna Mezzogiorno, nel film incontriamo, tra gli altri, Dario Argento, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Carla Gravina, Felice Laudadio, Charlotte Rampling, Vanessa Redgrave, Margarethe von Trotta.
Nelle note di regia Mimmo Verdesca scrive: “La novità e l’originalità di Alida è il punto di vista: quello di Alida stessa che diventa l’io narrante del mio film, il primo mai realizzato su di lei, attraverso le parole inedite dei suoi scritti privati, preziosi archivi e testimonianze esclusive. La sfida è stata raccontare la donna dietro il personaggio, per svelare l’essenza e conoscere il volto più sincero di Alida Valli, una della più grandi e iconiche attrici della Storia del cinema”.

L’italianità adriatica si riunisce per il giorno del ricordo

L’ITALIANITA’ ADRIATICA SI RIUNISCE PER IL GIORNO DEL RICORDO
Storico incontro, in via telematica, dei vertici delle associazioni della diaspora adriatica con i rappresentanti della comunità italiana nella ex Jugoslavia per celebrare assieme il Giorno del Ricordo. L’evento congiunto, dal titolo “New generation, dal passato al futuro condiviso”, si è tenuto nel pomeriggio di mercoledì 10 febbraio, sulla piattaforma Zoom. Un momento che ha visto intrecciarsi molti interventi, sia da parte di rappresentanti delle istituzioni che degli intellettuali.
Ad aprire il dibattito è stato Pierfrancesco Sacco, ambasciatore italiano in Croazia, che ha sottolineato come «fra Italia e il Paese balcanico sta prendendo corpo una zona economica esclusiva in seno al mare Adriatico, a dimostrazione del destino comune da costruire giorno dopo giorno».
L’assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, si è rifatto alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando come quello delle foibe e dell’esodo sia «un tema che scuote le coscienze, mentre è ancora da costruire una memoria collettiva dei popoli che insieme hanno vissuto questi drammi».
Spettatore interessato il deputato al parlamento croato e vicepresidente del Sabor di Zagabria, Furio Radin. «Sono convinto da sempre che esuli e rimasti siano un popolo unico, cacciato o comunque vittima di una tragedia comune. Con grande fatica negli anni siamo riusciti ad affermare i nostri diritti e ad essere compresi in Italia da chi se n’era andato. Anche per noi c’è grande emozione per questo giorno del ricordo, sentito da noi rimasti, quanto da chi dovette andarsene. Chi se ne andò non ebbe la forza di rimanere – ha ricordato Radin – e chi è rimasto non ebbe la forza di andarsene in Italia».

«Le foibe e l’esodo rappresentano vicende che influenzano ancora le nostre vite – ha ricordato Raul Marsetic del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno -. Noi siamo qua per ricordare l’esodo e il radicale cambio della composizione etnica delle nostre terre. Il rigore scientifico dello storico sono la migliore risposta per chi vuole sminuire questi fatti».
«C’è una grande parte di lavoro che riguarda le ricerche di archivio, su cui ci sono ampi spazi di collaborazione tra Unione e FederEsuli. L’obiettivo è quello di avere una ricostruzione comune quanto più oggettiva di quanto è stato – ha spiegato il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul -. È necessario far conoscere alle nuove generazioni i drammi che hanno lacerato queste terre, attraverso una narrazione condivisa. Esistono ancora troppe realtà che tramandano una storia che non è quella realmente accaduta».
Sulla stessa scia le parole del presidente dell’Anvgd Renzo Codarin, che ha sottolineato come «Unione e FederEsuli stanno collaborando con il Ministero dell’Istruzione per fare in modo che nei testi scolastici sia approfondita la conoscenza di quelle vicende. La volontà per il futuro – ha concluso Codarin – è quella di coinvolgere anche i ministeri di Slovenia e di Croazia».
Durante l’incontro, durato circa un’ora e mezza, c’è stato inoltre spazio per alcuni approfondimenti sul tema, presentanti dalla ricercatrice del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Orietta Moscarda e dalla giornalista di Avvenire, Lucia Bellaspiga. «Le foibe non furono pulizia etnica, anche se ad essere colpita fu in larga parte la componente italiana – ha ricordato la giornalista di origine istriana – me lo hanno raccontato le tante storie che ho raccolto come giornalista e non come figlia di esuli. C’è stata poi la componente ideologica e quella biecamente economica – ha sottolineato la Bellaspiga -. Quel che ci si dimentica troppo spesso, tuttavia, è che siamo stati l’unica zona d’Italia che non ha vissuto la Liberazione».
Andrea Altin

L’ultima testimone

Mercoledì 3 marzo ore 17 diretta
sulla pagina facebook ANVGD Venezia (

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

)

Presentazione del libro “L’ultima testimone” di Cristina Gregorin, menzione speciale dalla giuria del Premio Calvino.
Una pagina poco conosciuta della seconda guerra mondiale
«Cercate Francesca perché solo lei conosce la verità.»
Sono le ultime parole di un uomo anziano che sta morendo. Una frase semplice, ma capace di stravolgere la routine che la donna si è costruita con difficoltà negli anni. Una routine in cui non c’è spazio per il passato. Ma troppe domande attendono da tempo una risposta e ora la costringono a tornare a Trieste. In quella città, quando era solo una ragazzina, ha assistito a qualcosa che ha cercato con tutte le forze di dimenticare. Qualcosa che ha a che fare con gli amici di sua nonna, i loro misteriosi contatti e un passato oscuro legato a vicende della seconda guerra mondiale: soldati di opposte fazioni, delazioni, vendette in una città sospesa tra frontiere contese e destini incerti. Uomini che hanno combattuto nella Resistenza, cercando di fermare il nemico, con qualunque nome o divisa si presentasse, e hanno insegnato a Francesca a non fidarsi di nessuno. Ma combattere fino in fondo per i propri ideali significa fare scelte che cambiano il futuro. Scelte che hanno un prezzo. Scelte che portano con sé segreti, per i quali non dovrebbero esserci testimoni. Ora tutto ricade su Francesca. Perché qualcuno l’ha chiamata a ricordare. Perché la storia più sembra lontana più è a un passo.
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La stanza di Piera

Venerdì 26 febbraio 2021 alle ore 17 diretta Facebook sulla pagina ANVGD Venezia

https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/

e sul canale Youtube ANVGD Venezia https://www.youtube.com/channel/UC3c23mmTUcnpvshSWQ_nqYw .

“La stanza di Piera” è un romanzo storico, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. L’Istria, prima e immediatamente dopo il 1943, fa da palcoscenico principale alle vite di coloro che hanno risposto alla dominazione italiana, tedesca e jugoslava con la paura, lo spaesamento, il dolore, la speranza, la gioia, la tolleranza, l’accettazione ideologica e l’odio etnico. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, Mirna Battistella e Libero Martini incrociano le loro vite, nel dramma del genocidio delle foibe. Piera Leoni è un’istriana che vive a Fianona, paese affacciato sul golfo del Quarnero. Mantenendo una vita scandita dalle abitudini, sembra impermeabile ai fatti della Storia. Il suo impegno principale, cucire rose di stoffa, si svolge all’interno della sua stanza. Libero è un giovane idealista cresciuto ad Albona, che si arruola nelle file partigiane con il nome di battaglia il Sordo. Nel settembre del ’43 incontra Piera e sarà fra quelli che la condurranno al castello di Pisino, sede del quartier generale dei partigiani di Tito, dove sarà processata quale nemica del popolo. La vita del partigiano sarà sconvolta dalla scelta inaudita compiuta dalla donna. Sessant’anni dopo, l’uomo scrive le sue memorie. In queste c’è anche la storia di Piera. Il romanzo si basa su fatti e personaggi reali.
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La costituzione secondo D’Annunzio

24 febbraio 17.00 Presentazione del libro La costituzione secondo D’Annunzio di Giuseppe de Vergottini – Una collaborazione tra Ateneo Veneto e ANVGD Venezia Intervengono: Giuseppe de Vergottini (Autore del volume e Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati), Stefano Bruno Galli (Assessore alla Cultura e all’Autonomia della Regione Lombardia), Davide Rossi (Università degli Studi di Trieste), Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice), Ilaria Rocchi (Giornalista La voce del Popolo). Introduce: Alessandro Cuk (Presidente ANVGD Venezia). Coordina Silvia Zanlorenzi (Università degli Studi di Padova). Conferenza online sul Canale YouTube dell’Ateneo Veneto
Ateneo Veneto- Giorno del Ricordo 2021 - La Costituzione secondo D'Annunzio

Mappatura in rete dei luoghi della memoria a Venezia

24 febbraio 18.00 I luoghi dell’esodo giuliano dalmata a Venezia: una mappatura interattiva – Presentazione online del progetto, avviato da Iveser e ANVGD Venezia, per la mappatura in rete e interattiva dei luoghi che a Venezia conservano memoria dell’esodo. Intervengono Marco Borghi (Iveser), Alessandro Cuk (ANVGD Venezia). Coordina Giovanni Sbordone (Iveser). Diretta streaming sul canale YouTube dell’Iveser (https://www.youtube.com/user/IveserVenezia)

Iveser Venezia - YouTube

La città dolente

Per il Giorno del Ricordo sulla pagina FaceBook del CINIT – Cineforum Italiano e sul canale YouTube ANVGD Venezia, sabato 20 febbraio alle 17,30
cineforum on line con dibattito sul film “La città dolente”
In occasione del Giorno del Ricordo dal 7 febbraio può essere visto gratuitamente sul sito www.adessocinema.it il film “La città dolente” (1949) di Mario Bonnard, l’unica pellicola che affronta in maniera organica, con l’approccio dell’instant movie, il tema dell’esodo giuliano dalmata mentre si stava ancora svolgendo. La pellicola ci offre, infatti, una descrizione dell’Istria nei mesi successivi alla firma del Trattato di Pace, che sancì la rinuncia italiana a quelle terre: in particolare ci si sofferma su privazioni e soprusi che il popolo di Pola dovette subire.
Alla sua realizzazione hanno collaborato Anton Giulio Majano, Aldo De Benedetti e Federico Fellini per la sceneggiatura e Tonino Delli Colli come direttore della fotografia. All’incontro coordinato sulla pagina FaceBook del CINIT da Stefano Antonini (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia di Venezia) interverrà Massimo Caminiti, presidente del Cinit Cineforum Italiano, Alessandro Cuk, presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia di Venezia e autore del libro “La città dolente – Il cinema del confine orientale”, Italia Giacca, esule istriana e Paolo Lughi, critico cinematografico. Alessandro Cuk e Paolo Lughi affronteranno le tematiche al centro di un film, che solo il restauro del 2008 ha reso nuovamente visibile dopo un silenzio protrattosi sessant’anni e risponderanno alle domande poste dai partecipanti.
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No dimentighemo !

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10 febbraio – GIORNO DEL RICORDO
No dimentighemo! Interminabile cammino rovinoso, nel Carso nudo e petroso, tra sterpaglie e sassi aguzzi, di italiani uomini e donne scalzi, ignudi di tutto, congiunti a forza da filo tagliente verso il silenzioso, profondo, scosceso buco nero;
No dimentighemo! Innocenti grida straziate, ultimi sguardi di vita e tonfi dilanianti nel profondo baratro nero della pulizia etnica;
No dimentighemo! Nel muto e sgomento mare Adriatico, scivolare veloce l’ultimo spasimo di vita, uccisa da un cappio zavorrato intriso di odio e rancori brutali;
Nò dimentighemo! Uomini e donne derubati e scacciati dalle loro terre, dalla nostra Patria d’oltre mare, spezzati dei loro affetti, malvisti, ricercati, perseguitati e percossi perché italiani;
No dimentighemo! Uomini e donne riprendere la vita in angusti spazi intimi di fredde caserme desolate, sparse nello stivale italiano, sferzate da gelidi inverni, poi percorse da nuove primavere, risate di bimbi e filò in istroveneto;
Nò dimentighemo! Sospiri e lacrime sopite, parole sottovoce, silenzi interminabili, bocche cucite, ricordi nel cassetto tra quattro angoli di macerate e bigie coperte sospese, a far da nuovo confine alla vita nuova;
No dimentighemo! Oltre i cancelli sguardi sospetti, ingiuste invettive, condanne ideologiche sprecate, latte versato nel fango tra rotaie di un carro merci bagnato da lacrime affamate, senza sosta correre veloce chissà dove?;
No dimentighemo! I cuori sparsi, gli affetti divisi, il viver senza identità di patria nella nuova terra promessa….
No dimentighemo! Il mare pescoso con i suoi Valloni, la terra rossa e la bianca pietra d’Istria, le casite, i paesi e i borghi di antico sapore veneziano, i Santi, i canti, i mestieri e la cucina paesana;
No dimentighemo! 10 febbraio – Giorno del Ricordo: conoscere la storia, le verità scomode e le bellezze delle terre d’oltremare ci rendono consapevoli e capaci di azioni mature e ragionevoli, di rendere giustizia alle migliaia di vittime innocenti, di rendere giustizia ai silenzi costretti; di rendere possibili scuse e perdoni impensabili, nuovi dialoghi ed incontri interculturali. … e perfino di minare alla radice odi non rimossi o sopiti per un oggi e domani migliori. No dimentighemo!

Il teatro e la questione Giuliano Dalmata

Venerdì 5 febbraio 2021 alle ore 17 in diretta Facebook, sulla pagina ANVGD Venezia, verrà presentato il libro “Il teatro e la questione Giuliano Dalmata”.
Questa pubblicazione vuole essere una tappa di un percorso che sta portando ad una analisi più attenta e meditata del rapporto tra il teatro e la questione giuliano dalmata, in un periodo dove finalmente, anche su questo versante, si stanno incrementando produzioni e rappresentazioni.
In questo libro il focus si pone su tre testi teatrali che riguardano i temi che sono collegati alla Legge per il Giorno del Ricordo. Il primo è Giulia di Michela Pezzani, il secondo Tasi Nino che no xe el momento di Editta Depase Garau e il terzo Una storia per Albina di Mario Frezza.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone e il seguente testo "IL TEATRO E LA QUESTIONE GIULIANO DALMATA Internvengono Venerdì 5 febbraio 2021 ore 17 diretta sulla pagina Facebook ANVGD Venezia https://www.facebok.com/ANNGD- Venezia-101632054936530/ Alessandro Cuk Giuseppe Barbanti Andrea Castelletti Tullio Svettini Coordina Stefano Antonini ANVGD Comitato provinciale di Venezia"

Antonio Santin

Venerdì 29 gennaio 2021 alle ore 18 diretta Facebook sulla pagina ANVGD Venezia
https://www.facebook.com/ANVGD-Venezia-101632054936530/
Antonio Santin
(Rovigno 1895 – Trieste 1981)
Fu vescovo, prima di Fiume e poi di Trieste e Capodistria, si impegnò attivamente contro le leggi raziali del regime fascista e a favore degli ebrei.
“Fui e sono un sacerdote cattolico e mi sforzai sempre di essere giusto. Mi sforzai di esserlo in tempi difficili, quando tenere dure in certi settori (lingua slava nelle chiese, difesa dei sacerdoti slavi ecc.) e affermare certe tesi (i diritti delle popolazioni slave) era difficile e pericoloso. E se ieri difesi ebrei e slavi perseguitati, oggi difendo gli italiani cacciati dalle loro terre. Alludo alle terre che, da sempre abitate da italiani, sono state aggiudicate contro ogni diritto ad altra nazione”.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, cibo e il seguente testo "Antonio Santin una vita per la sua gente Venerdì 29 gennaio 2021 ore 18 diretta sulla pagina Facebook ANVGD Venezia https://www.facebook.com/ANVGD- Venezia-101632054936530/ Intervengono Alessandro Cuk Italia Giacca Tullio Svettini Alessandro Centenaro Coordina Stefano Antonini T"

Appoggio alle dichiarazioni del Presidente della Lega Nazionale Sardos Albertini

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia si associa alle dichiarazioni rilasciate ieri in conferenza stampa dal Presidente della Lega Nazionale di Trieste, Avv. Paolo Sardos Albertini, inerenti l’importanza della visita del Presidente sloveno Borut Pahor al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza.

L’importanza dell’aspetto storico che riveste questa visita va ben al di là di quelle che possono essere contrapposizioni di sorta. Essa corrisponde a quello che era l’auspicio della nostra associazione dieci anni fa, al tempo del Concerto dei tre Presidenti (italiano, sloveno e croato), svoltosi in Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste nel 2010, un auspicio che ora è finalmente diventato realtà. La visita di un Presidente sloveno alla Foiba di Basovizza, assurta a simbolo del calvario delle genti giuliane, fiumane e dalmate, è un evento storico e deve rimanere tale.

Auspichiamo a questo punto che, quanto prima, tale passo venga compiuto in un prossimo futuro anche dal presidente della Repubblica di Croazia.

Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia 
Via Milano, 22 – 34122 Trieste – info@anvgd.it

clicca per sentire la dichiarazione 

Visita ufficiale del Presidente sloveno Borut Pahor assieme a Sergio Mattarella a Basovizza

ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

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L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, consapevole della storicità della visita ufficiale del Presidente sloveno Borut Pahor assieme a Sergio Mattarella a Basovizza, si rende conto che la Repubblica di Slovenia con la restituzione del Balkan e con il passaggio al monumento ai fucilati del T.I.G.R. riceva piena soddisfazione. Non così, purtroppo, sarà per la Comunitàdell’Esodo giuliano-dalmata.

L’edificio che in pieno centro di Trieste ospitava l’hotel Balkan ed associazioni slave fu incendiato un secolo fa al termine di un giornata di scontri e di tumulti dovuti all’arrivo in città della notiziache a Spalato, città la cui sorte dopo la Prima guerra mondiale era ancora in bilico, due uomini della Marina Militare italiana erano stati uccisi da nazionalisti croati. Il luogo simbolo della presenzaslava nel porto giuliano (sostenuta e strumentalizzata nei decenni finali di vita dell’Austria- Ungheria in contrapposizione con gli italiani sempre più irredentisti) fu teatro di uno scontro con morti e feriti, in cui assedianti – tra i quali i primi squadristi triestini – ed assediati non si peritaronodi usare pistole e bombe a mano. Negli anni seguenti l’annessione internazionalmente riconosciutadella Venezia Giulia, di Zara e di Fiume al Regno d’Italia e la nazionalizzazione delle massecondotta dal fascismo alimentarono i sentimenti separatisti dei nazionalisti sloveni e croati diventati sudditi italiani. Il T.I.G.R. cui appartenevano Zvonimir Miloš, Fran Marušič, Ferdo Bidovec e Aloyz Valenčič, fucilati a Basovizza il 6 settembre 1930, propugnava attraverso attentati ed iniziative terroristiche la separazione di Trieste, Istria, Gorizia e Fiume (Rijeka, da cui la sigla omonima del combattivo felino) dall’Italia e l’annessione al Regno di Jugoslavia. I quattro fucilatifurono sì processati dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato Fascista, ma la loro azione era irredentista, anti-italiana e non prioritariamente antifascista. La logica che li animava sarebbe poistata fatta propria dall’esercito partigiano comunista di Josip Broz “Tito”, che avrebbe trasformatouna lotta di liberazione nazionale in un progetto di espansione territoriale a danno degli Stati confinanti che in queste terre avrebbe portato alle stragi delle Foibe.

Dobbiamo, quindi, approfittare di questa occasione per rivendicare una serie di temi che nonpossono uscire dall’agenda politica e che per il nostro Mondo sono nevralgici. In un clima diassoluta assenza di revanscismo da parte delle Associazioni degli Esuli – molte hanno cambiato addirittura nome per dimostrarlo – deve restare immutato l’amore per quella terra che ha visto nascere, prosperare ed ospitare i nostri predecessori. Numerose sono le pendenze, con la Storia, ma soprattutto con lo Stato italiano, che gli Esuli possono vantare.

Beni Abbandonati.

Non si pretende, in questi momenti difficili per la Nazione, un esborso immediato, ma una precisa e definitiva ricognizione di quanto dovuto, con il conseguente accollo degli impegni come sottoscritti nei Trattati Internazionali. Come hanno fatto altre Nazioni, si potrebbe prevedere la costituzione dibuoni a lungo termine, l’iscrizione a bilancio della cifra che potrà essere gestita anche in decenni.Sarebbe necessaria la costituzione di una commissione mista tra Pubblica Amministrazione ed Associazionismo degli Esuli con competenze differenti da quelle in precedenza istituite.

Fondazione degli Esuli Istriani Giuliani e Dalmati

Da anni si chiede il recupero dei soldi che devono versare la Slovenia e la Croazia, in quanto Stati successori della Jugoslavia, che si era impegnata in tal senso con il Trattato di Osimo (1975) con riferimento ai beni immobili abbandonati dagli esuli della Zona B (distretti di Capodistria e di Buie)

Associazione no-profit con personalità giuridica, fondata nel 1953,
iscritta al n.165/2002 del registro dell’Ufficio Territoriale del Governo di Roma
Sede centrale: Via Liberiana, 17 – Roma 00185 / Sede operativa: Via Milano, 22 – 34122 Triestewww.anvgd.it – info@anvgd.it – anvgdnazionale@pec.it

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

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del mai costituito Territorio Libero di Trieste. Tale somma, una volta soddisfatte eventuali specifiche richieste di risarcimento da parte di espropriati dal regime comunista jugoslavo e loro eredi, potrebbe servire da bacino per la previsione di una Fondazione degli Esuli Istriani Giuliani e Dalmati per le attività culturali dell’associazionismo degli Esuli, volto al mantenimento della memoria storica in Italia ed alle ricerche storiche sugli italiani del Confine Orientale, nonché ad attività oltre confine quali: il restauro di monumenti italiani, l’apposizione di toponomastica bilingue e altro. Quest’ultimo punto sarebbe da realizzarsi in pieno accordo con le Autorità degli Stati dellaex-Jugoslavia.

Commissione mista italo-slovena e italo-croata

Nel 1993 erano state istituite le Commissioni miste bilaterali storico-culturali tra Italia e Slovenia e tra Italia e Croazia: quest’ultima non ha praticamente neppure preso piede, la prima ha invece partorito il 27 giugno 2000 un documento che non ha riscontrato piena condivisione. A vent’anni di distanza si richiede il rinnovo di quello strumento di cooperazione e l’istituzione di nuoveCommissioni. Nel frattempo, infatti, l’adesione di Slovenia e Croazia all’Unione Europea emomenti di conciliazione come il Concerto dei Tre Presidenti (13 luglio 2013) hanno posto le basi per tentare di superare gli ostacoli culturali ancora esistenti, alla ricerca di un percorso che – nel rispetto delle identità di ciascuno – possa portare ad una sensibilità condivisa.

Commissione Parlamentare per la strage di Vergarolla

Il 18 agosto 1946 a Pola, città ancora formalmente italiana, un attentato provocò una carneficina con almeno 64 morti ed un centinaio di feriti tra i bagnanti che in località Vergarolla assistevano aduna manifestazione sportiva. Si trattò della prima strage della storia dell’Italia repubblicana, chesegnò il maggior numero di vittime, anche al cospetto delle ben più note stragi degli Anni di Piombo. È giunto il tempo che anche quei morti trovino pace con il sigillo della Storia, perfezionando le ricerche sviluppate in tal senso da William Klinger, Gaetano Dato e Paolo Radivo.

Nomina di un Senatore a Vita di origini istriane

Tra le eccellenze che si annoverano nellacomunità dell’Esodo, venga scelta una personalità particolarmente distintasi non solo nella vita professionale, ma anche per la causa degli Esuli e venga nominata Senatore a vita, come riconoscimento del patriottismo di quelle genti che vollero rimanere italiane. Si darebbe così soddisfazione all’ottantaseienne presidente provvisorio dell’Assemblea Costituente, quel Vittorio Emanuele Orlando insigne giurista, ma altrettanto finepolitico siciliano, il quale decise di inaugurare i lavori ««nel ricordo del dolore disperato diquest’ora, nella tragedia delle genti nostre di Trieste, di Gorizia, di Pola, di Fiume, di Zara, di tuttala Venezia Giulia, le quali però, se non hanno votato, sono tuttavia presenti, poiché nessuna forza materiale e nessun mercimonio immorale potrà impedire che siano sempre presenti dove è presentel’Italia».

Come da decenni si continua a fare, ancor più in questi giorni in cui la questione del ConfineOrientale sarà al centro dell’attenzione, sarebbe importante farci sentire voce unita attorno a questitemi, da portare nuovamente e con forza all’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica.

Associazione no-profit con personalità giuridica, fondata nel 1953,
iscritta al n.165/2002 del registro dell’Ufficio Territoriale del Governo di Roma
Sede centrale: Via Liberiana, 17 – Roma 00185 / Sede operativa: Via Milano, 22 – 34122 Triestewww.anvgd.it – info@anvgd.it – anvgdnazionale@pec.it

L’importanza della visita di Mattarella e Pahor alla Foiba di Basovizza

Giorno del Ricordo, oggi la cerimonia solenne a Basovizza con D ...

Trieste, 28 giugno 2020

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in analogia con quanto espresso dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e dal Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, ha colto la grande importanza della visita che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella effettuerà assieme al suo omologo sloveno a Basovizza. Le altre tappe della giornata hanno dato adito a polemiche a Trieste ed in Parlamento, ma nemmeno oltreconfine la decisione del Presidente Borut Pahor di recarsi al Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza è stata esente da critiche. Eppure, a dieci anni di distanza dal Concerto dei Tre Presidenti (svoltosi al termine di una giornata in cui era stato reso omaggio tanto al Balkan, quanto al monumento all’Esodo), si andrà a compiere una nuova tappa nel percorso di riconoscimento delle reciproche sofferenze che hanno caratterizzato il secolo breve in queste terre.

L’A.N.V.G.D. è consapevole che rimangono ancora aperte molte questioni concrete ed economiche in merito a quanto spetta agli esuli costretti ad abbandonare le terre in cui vivevano radicati da secoli e che oggi fanno parte della Slovenia e non abbiamo perso occasione di contestare la recente visita a Lubiana del Ministro degli Esteri, il quale non ha fatto cenno a tali problematiche. Ma alla Foiba di Basovizza il Presidente della vicina Repubblica renderà omaggio ad un luogo simbolo per l’italianità adriatica, un luogo in cui triestini, goriziani ed esuli istriani, fiumani e dalmati hanno ricordato i loro morti, a prescindere da dove siano stati uccisi, infoibati o sepolti, il ché spesso è ancora ignoto. Pahor e Mattarella commemoreranno così anche le vittime delle stragi titine che risiedevano a Capodistria, Pirano ed in tutte quelle località che oggi fanno parte della Slovenia.

I 34 Comitati provinciali e le 25 Delegazioni che rappresentano l’A.N.V.G.D. sul territorio invieranno loro rappresentanze, nel rispetto delle normative sul distanziamento e delle disposizioni del cerimoniale, per essere presenti a questa celebrazione e anche altre associazioni della diaspora adriatica intendono portare una loro presenza simbolica. Chi si autoesclude o lavora (ancora una volta) per creare divisioni, polemiche e contestazioni può continuare a bearsi nel suo individualismo improduttivo e sterile.

 

Renzo Codarin
Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
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