Visita ufficiale del Presidente sloveno Borut Pahor assieme a Sergio Mattarella a Basovizza

ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

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L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, consapevole della storicità della visita ufficiale del Presidente sloveno Borut Pahor assieme a Sergio Mattarella a Basovizza, si rende conto che la Repubblica di Slovenia con la restituzione del Balkan e con il passaggio al monumento ai fucilati del T.I.G.R. riceva piena soddisfazione. Non così, purtroppo, sarà per la Comunitàdell’Esodo giuliano-dalmata.

L’edificio che in pieno centro di Trieste ospitava l’hotel Balkan ed associazioni slave fu incendiato un secolo fa al termine di un giornata di scontri e di tumulti dovuti all’arrivo in città della notiziache a Spalato, città la cui sorte dopo la Prima guerra mondiale era ancora in bilico, due uomini della Marina Militare italiana erano stati uccisi da nazionalisti croati. Il luogo simbolo della presenzaslava nel porto giuliano (sostenuta e strumentalizzata nei decenni finali di vita dell’Austria- Ungheria in contrapposizione con gli italiani sempre più irredentisti) fu teatro di uno scontro con morti e feriti, in cui assedianti – tra i quali i primi squadristi triestini – ed assediati non si peritaronodi usare pistole e bombe a mano. Negli anni seguenti l’annessione internazionalmente riconosciutadella Venezia Giulia, di Zara e di Fiume al Regno d’Italia e la nazionalizzazione delle massecondotta dal fascismo alimentarono i sentimenti separatisti dei nazionalisti sloveni e croati diventati sudditi italiani. Il T.I.G.R. cui appartenevano Zvonimir Miloš, Fran Marušič, Ferdo Bidovec e Aloyz Valenčič, fucilati a Basovizza il 6 settembre 1930, propugnava attraverso attentati ed iniziative terroristiche la separazione di Trieste, Istria, Gorizia e Fiume (Rijeka, da cui la sigla omonima del combattivo felino) dall’Italia e l’annessione al Regno di Jugoslavia. I quattro fucilatifurono sì processati dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato Fascista, ma la loro azione era irredentista, anti-italiana e non prioritariamente antifascista. La logica che li animava sarebbe poistata fatta propria dall’esercito partigiano comunista di Josip Broz “Tito”, che avrebbe trasformatouna lotta di liberazione nazionale in un progetto di espansione territoriale a danno degli Stati confinanti che in queste terre avrebbe portato alle stragi delle Foibe.

Dobbiamo, quindi, approfittare di questa occasione per rivendicare una serie di temi che nonpossono uscire dall’agenda politica e che per il nostro Mondo sono nevralgici. In un clima diassoluta assenza di revanscismo da parte delle Associazioni degli Esuli – molte hanno cambiato addirittura nome per dimostrarlo – deve restare immutato l’amore per quella terra che ha visto nascere, prosperare ed ospitare i nostri predecessori. Numerose sono le pendenze, con la Storia, ma soprattutto con lo Stato italiano, che gli Esuli possono vantare.

Beni Abbandonati.

Non si pretende, in questi momenti difficili per la Nazione, un esborso immediato, ma una precisa e definitiva ricognizione di quanto dovuto, con il conseguente accollo degli impegni come sottoscritti nei Trattati Internazionali. Come hanno fatto altre Nazioni, si potrebbe prevedere la costituzione dibuoni a lungo termine, l’iscrizione a bilancio della cifra che potrà essere gestita anche in decenni.Sarebbe necessaria la costituzione di una commissione mista tra Pubblica Amministrazione ed Associazionismo degli Esuli con competenze differenti da quelle in precedenza istituite.

Fondazione degli Esuli Istriani Giuliani e Dalmati

Da anni si chiede il recupero dei soldi che devono versare la Slovenia e la Croazia, in quanto Stati successori della Jugoslavia, che si era impegnata in tal senso con il Trattato di Osimo (1975) con riferimento ai beni immobili abbandonati dagli esuli della Zona B (distretti di Capodistria e di Buie)

Associazione no-profit con personalità giuridica, fondata nel 1953,
iscritta al n.165/2002 del registro dell’Ufficio Territoriale del Governo di Roma
Sede centrale: Via Liberiana, 17 – Roma 00185 / Sede operativa: Via Milano, 22 – 34122 Triestewww.anvgd.it – info@anvgd.it – anvgdnazionale@pec.it

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

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del mai costituito Territorio Libero di Trieste. Tale somma, una volta soddisfatte eventuali specifiche richieste di risarcimento da parte di espropriati dal regime comunista jugoslavo e loro eredi, potrebbe servire da bacino per la previsione di una Fondazione degli Esuli Istriani Giuliani e Dalmati per le attività culturali dell’associazionismo degli Esuli, volto al mantenimento della memoria storica in Italia ed alle ricerche storiche sugli italiani del Confine Orientale, nonché ad attività oltre confine quali: il restauro di monumenti italiani, l’apposizione di toponomastica bilingue e altro. Quest’ultimo punto sarebbe da realizzarsi in pieno accordo con le Autorità degli Stati dellaex-Jugoslavia.

Commissione mista italo-slovena e italo-croata

Nel 1993 erano state istituite le Commissioni miste bilaterali storico-culturali tra Italia e Slovenia e tra Italia e Croazia: quest’ultima non ha praticamente neppure preso piede, la prima ha invece partorito il 27 giugno 2000 un documento che non ha riscontrato piena condivisione. A vent’anni di distanza si richiede il rinnovo di quello strumento di cooperazione e l’istituzione di nuoveCommissioni. Nel frattempo, infatti, l’adesione di Slovenia e Croazia all’Unione Europea emomenti di conciliazione come il Concerto dei Tre Presidenti (13 luglio 2013) hanno posto le basi per tentare di superare gli ostacoli culturali ancora esistenti, alla ricerca di un percorso che – nel rispetto delle identità di ciascuno – possa portare ad una sensibilità condivisa.

Commissione Parlamentare per la strage di Vergarolla

Il 18 agosto 1946 a Pola, città ancora formalmente italiana, un attentato provocò una carneficina con almeno 64 morti ed un centinaio di feriti tra i bagnanti che in località Vergarolla assistevano aduna manifestazione sportiva. Si trattò della prima strage della storia dell’Italia repubblicana, chesegnò il maggior numero di vittime, anche al cospetto delle ben più note stragi degli Anni di Piombo. È giunto il tempo che anche quei morti trovino pace con il sigillo della Storia, perfezionando le ricerche sviluppate in tal senso da William Klinger, Gaetano Dato e Paolo Radivo.

Nomina di un Senatore a Vita di origini istriane

Tra le eccellenze che si annoverano nellacomunità dell’Esodo, venga scelta una personalità particolarmente distintasi non solo nella vita professionale, ma anche per la causa degli Esuli e venga nominata Senatore a vita, come riconoscimento del patriottismo di quelle genti che vollero rimanere italiane. Si darebbe così soddisfazione all’ottantaseienne presidente provvisorio dell’Assemblea Costituente, quel Vittorio Emanuele Orlando insigne giurista, ma altrettanto finepolitico siciliano, il quale decise di inaugurare i lavori ««nel ricordo del dolore disperato diquest’ora, nella tragedia delle genti nostre di Trieste, di Gorizia, di Pola, di Fiume, di Zara, di tuttala Venezia Giulia, le quali però, se non hanno votato, sono tuttavia presenti, poiché nessuna forza materiale e nessun mercimonio immorale potrà impedire che siano sempre presenti dove è presentel’Italia».

Come da decenni si continua a fare, ancor più in questi giorni in cui la questione del ConfineOrientale sarà al centro dell’attenzione, sarebbe importante farci sentire voce unita attorno a questitemi, da portare nuovamente e con forza all’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica.

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